atTRACKi

ORSO si sposta goffamente con passo irregolare nel flusso irregolare della gente

merda. Nuotando. Nell’aria. Perchè su cassetta è un’altra cosa. Sgrezza. Sgrinza. Il nastro. Si consuma. La vita del nastro è inversamente proporzionale all’assorbimento del suono che ne sta dentro. Sono corde vocali che urlano. E si scaricano. La vita del nastro finisce quando tu avrai assorbito tutto il suo succo. Tutto il suo suono. Passa. Da lui a te.

 

Merda. Vaffanculo. Il sorrisino. Sid. Sorride. Sgrigna. Sgrinza. Come il nastro.

Il nastro però non vola e deve essere mangiato. Scegli quello di cui ti vuoi sfamare. Mangia nastri, succhia suoni. Produttori di suoni. Riproduttori di suoni. Ripetitori. Degustatori. Obesi o anoressici del suono. Trat-tac. Cambia lato. Autoreverse. Il nastro fissa ogni suono, scandisce ogni momento. Porta memoria della sua ri-produzione. Memorizza la sua prima volta. Di come avete fatto l’amore. E tu sai esattamente a che punto del nastro i suoi gemiti vengono strozzati o dove urla con tutta la sua forza. Ad un certo punto qualcuno devi avermi telefonato.

 

Una spora. Ma il nastro non è ancora finito. C’è sempre qualche bonus track. Fuori dal tempo.

 

 

La condizione in cui mi trovo è proprio fuori dal tempo.

E non è poi in fondo troppo tempo fa.

 

 

clicka unastromarcio e divertiti con il marcione che si muove.

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